lunedì 25 novembre 2013

Trentaconfusi... no, #TRENTACOGLIONI #1

Trentaconfusi... no, trentacoglioni.

Secondo post dell'era CherrySpeech, con una necessaria premessa: io non sono femminista, sono gli uomini che proprio non ce la fanno.
Meglio...sono (alcuni) uomini che in questo preciso momento storico non riescono a comportarsi con coerenza e dignità. Sono #trentacoglioni ecco tutto.




Raccolgo testimonianze, chiedo, mi informo da tempo, almeno cinque anni, ed inizio a pensare che la generazione maschile nata tra il '75 e l'85 sia stata contaminata da qualche cibo tossico, altamente tossico, che ha disintegrato parti essenziali del cervello (e del cuore), responsabili di sensibilità, coerenza, responsabilità e coraggio. Non ho dati sufficienti sugli esemplari fuori dalla decade incriminata, ma se fossero a vostra disposizione, sentitevi liberi di suggerire integrazioni.

Esemplifico:

1.
Una donna adulta (a trent'anni circa qualifichiamola come adulta!) incontra un baldo giovane.
Il suddetto giovane è piacente (ha un certo quid), diciamo che supera la massa informe di cerebrolesi, egoisti, fancazzisti fieri del loro essere, e si decide di uscire insieme scoprendo una certa intesa.
Certa intesa, ad una certa età, potrebbe anche significare cessione consapevole delle proprie virtù per godere del momento, nell'ottica dell' #ognilasciataèpersa
Gli stati sequenziali sono:
entusiasmo, conivolgimento e poi morte. Morte certa.

Perchè?

Dopo un certo numero di appuntamenti (3-7 circa) la donna inizia (erroneamente) a credere che quella che si configurava come un'intesa anomala e fine a se stessa, potrebbe qualificarsi come una frequentazione più o meno formalizzata. Ci si potrebbe innamorare insomma. (ci si potrebbe, sottolineo).

ERRORE IRREVERSIBILE.



Quello è il momento esatto in cui l'uomo (noto come il trentacoglione) inizia ad indietreggiare.
Lentamente indietreggia con fare filosofeggiante, accampa una lentezza (ritardo sarebbe decisamente appropriato) nella gestione del rapporto (in opposizione ad una conclamata velocità della partner) e si disintegra nell'etere vigliacco ed apparentemente godereccio del "rimaniamo amici, ora non sono pronto".

Continuo a chiedermi: "perchè?"

L'homme (noi, burloni napoletani, aggiungeremmo con piacere allegri epiteti) crede che il passaggio da scopamici a fidanzati (in senso largo) provochi qualche strana esplosione nucleare?

Rassicuriamoli: non esplode niente, va tutto bene. Respirate, respirate, respirate.
Cercate nel buco nero della vostra smisurata personalità un pò di coraggio, quel tantino che serve a rischiare (se vale la pena, è chiaro) ed a mettersi in gioco in una RELAZIONE.

2.
Una donna (sempre adulta) è felice e contenta nella sua allegra e senza speranze ricerca dell'uomo perfetto, quanto tutt'a un tratto incappa nel corteggiatore, stalker, sedicente marito prossimo.
Non le piace subito, ma non le dispiace neanche. Lui insiste, si accanisce. Per qualche perversa ragione si convince che Lei (la povera vittima) sia la prova del successo planetario che riscontrerà con tutte le donne e non può mollarla per nulla al mondo, pena la fine dell'universo.
Si presenta caparbio, gentile, brillante, educato, addirittura galante a tratti.
Quello che ad un occhio lucido dovrebbe essere uno sfigato qualunque (alla ricerca disperatissima di una scopata facile), diventa un uomo deciso, desiderabile.
Convince le amiche. Anche quelle più rigide e disilluse iniziano a pensare che in fondo uno su mille ce la fa e così il gioco è fatto.

Lei capitola. Si concede (mentalemente innanzitutto) e inevitabilmente perde la lucidità.

ERRORE IRREVERSIBILE.



Lui (sempre il trentacoglione), raggiunto il suo spicciolo traguardo (superato il primo turno ad eliminazione della champions alla playstation, per intenderci), si disinteressa completamente alla cosa e scappa a gambe levate.

E così, quella che doveva essere una freccia di Cupido, si trasforma in uno spiedo più o meno lungo che infilza giovani fanciulle, che invece di cuocersi nei tempi giusti, si brucia carbonizzato con una tristemente sola (e discutibile) fiammata. 
La domanda è sempre la stessa: "perchè?"

Ci penso, ci penso, ci penso. Non riesco a darmi una risposta che abbai una sua logica.
Credo che l'errore sia esattamente questo: cercare una spiegazione coerente con la logica di una donna.
Gli uomini sono uomini. Se fossero donne non sarebbero trentacoglioni.

ps 
Le generalizzazioni non sono mai un buon metodo d'analisi. Le eccezioni esistono, gli uomini giusti esistono.
Molti sono gay (ma questa è un'altra storia).

CL



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