lunedì 14 dicembre 2015

Caro Babbo Natale, un Lollocaffè, sempre. Grazie!

Ogni tanto, ma solo ogni tanto, vi parliamo anche di noi, dei nostri lavori e di quello che facciamo, magari di quelli che più ci rappresentano o semplicemente che ci entusiasmano di più.

Diciamo che per vocazione ci piace lavorare a cose diverse, campi disparati che sembrano appartenere a galassie lontanissime, ma che noi vediamo ben stretti e legati dal potente filo della comunicazione che tanto amiamo...e poi ci sono quei progetti con i quali è irrimediabilmente amore a prima vista ed a cui ci affezioniamo assai assai.

Così è successo con LolloCaffè, un amore che dura da 4 anni, che cresce e si espande, stimolandoci e dandoci grosse soddisfazioni.



Del resto, essendo noi dei patiti del caffè, non poteva essere altrimenti, e quindi signore e signori, vi stiamo presentando qualcosa che ci appartiene tanto e di cui siamo molto molto fieri.

Ci è piaciuto tanto girare per negozi alla ricerca dell'addobbo e della chicca “giusta”, qualcosa che simboleggiasse e riproducesse oggetti ed abitudini proprie di quell'atmosfera che si respira nelle case, negli uffici e per le strade, dovevamo ricreare ambienti e mood che evocano e caratterizzano il nostro Christmas Time!

Il concept di base è quello che se intorno al caffè esiste e si rispetta in maniera sacrosanta e devota tutto un rituale, a Natale, questo, non solo si amplifica, ma si rafforza e si impreziosisce.
Tradizioni ed abitudini di casa insegnano e vogliono la famiglia riunita intorno ad una tavola, [quella con la tovaglia bella, i piatti buoni ed il centrotavola rosso] che dopo aver trascorso ore ed ore a mangiare quantità di cibo da guinness world records, si trattiene fino a sera tra racconti, ricordi e giochi con noccioline, schiere di dolci e l'immancabile caffè!

E se ci pensate un attimo, è proprio così, la centralità del caffè è una costante invariabile.
Il caffè resta protagonista indiscusso di quel momento sempre tanto atteso.
Ed infatti, nonostante l’abbondanza di cibo, dolci, delizie e prelibatezze varie, per il caffè c’è sempre una mano alzata che risponde alla fatidica domanda: “chi prende il caffè”?
Da qui la nostra campagna all'urlo: "goditi il tuo espresso, sempre, anche a Natale"...soprattutto a Natale.
E non solo a tavola.

Che sia la pausa caffè dei giorni immediatamente precedenti alle feste, quelle ancora più dolci e con il pensiero alle cose belle che ci attendono, ai regali da fare ed alle cene da organizzare, l’occasione per vedere un'amica per la quale non si ha mai tempo, il caffè del mattino con la sveglia impostata più tardi per quelle colazioni fatte con calma con le persone che ami e con le quali si è passata la notte intorno ad un camino, quello che ci serve per riprendere la concentrazione in ufficio mentre abbiamo la testa tra shopping e viaggetti o semplicemente la carica per preparare paste al forno e tortellini, il caffè c’è sempre.




A questi momenti così semplici eppure così unici pensa la campagna di Natale di LolloCaffè, gesti comuni che appartengono alla sfera domestica e quotidiana di ciascuno e che simboleggiano l’importanza di una festa che piace a tutti, ma proprio a tutti, perché poggia sugli affetti più cari!




Casa, calore, amici, amore, famiglia, posti e persone dove e con cui condividere un’abitudine che resta però un piacere come pochi, quello di un buon caffè!

E così, dopo la Tv, le metro, gli stadi ed i giornali, siamo finiti anche su Giallo Zafferano e presto saremo nelle piazze delle più grandi città italiane.
























http://speciali.giallozafferano.it/speciali-adv/lollo-caffe-gusto-e-passione



Mi dicono che è pronto il caffè.

Capirete che vi devo lasciare. :-P

Intanto però, buone buone feste da Fumo Fucsia e Lollo Caffè, tanto #gustoepassione sono assicurati anche quest'anno, [credetemi]!

mercoledì 2 dicembre 2015

La pacchia è veramente finita: si apre l’era del PRECARIATO del Raccomandato!

C’è CRISI, c’è CRISI, c’è CRISI, la parola più usata, abusata e martirizzata degli ultimi anni, colpisce ancora, colpisce di più, colpisce o-vun-que!
La CRISI è difatti arrivata laddove nessuno di noi poteva immaginare.
Persino quei “poveri” RACCOMANDATI (anch'essi così tanto odiati e nominati) hanno infatti smesso di dormire sonni tranquilli!
Che voglio dire?!
Adesso mi spiego!
La CRISI, signora e spauracchio, divinità impalpabile del male, entità mitologica astratta, figlia di Monti (?)  di Silvio (?) di Renzi (?) dei giornali (?) dell’ Europa (?), di noi tutti che la invochiamo, lei, insomma, ha fatto sì che questa solida e longevissima categoria, quella dei Raccomandati, appunto, una delle poche certezze su cui si basava la società nostrana, si sia vista costretta a snaturarsi, a dividersi, e quindi, da un paio d’anni a questa parte, siamo stati spettatori inconsapevoli un vero e proprio fenomeno di SCISSIONE!

Che voglio dire?!
In Italia, dove, i laureati (non assunti) non lavorano, i dipendenti pubblici (assunti) non lavorano, i politici (assuntissimi) non lavorano [motivo per cui - piccolissima riflessione -  i ladri, cominciano a trovarsi pure loro in difficoltà], se c’era una fascia “umana” protetta, immune a tutto questo, era proprio quella dei Raccomandati!
Schiere di persone non qualificate o poco dotate che, in barba a colloqui, curriculum e liste di scorrimento avevano il passepartout per il chimerico mondo del lavoro.
I raccomandati quindi, mali di tutti i mali, si sono impossessati di aziende, ospedali, uffici pubblici e privati, e chi più ne ha più ne metta, propagandosi peggio di una peste bubbonica.
Bene…[cioè mica tanto], questo era quello che pensavamo quando si parlava di loro, intesi come un’unica grande categoria di parassiti, o quasi!…ma [c’è sempre un bel “ma” in questi casi] ci sbagliavamo, perché, oggi che la CRISI è talmente forte che si sente e si vede, senza neanche più nominarla, oggi, ci si accorge che in fondo questi “poveri” raccomandati, non sono poi tutti uguali.
Ergo, con la disoccupazione allo  *stelle* %, siamo in grado di affermare che esistono in realtà almeno 2 tipi di raccomandati, e cioè:



A  - Quelli che, sì, sono conosciuti, da titolari, direttori, manager e quant’altro, e che quindi eviteranno colloqui formali limitandosi a presentare un curriculum che, nella migliore delle ipotesi, sarà conservato in qualche scaffale a prendere la polvere,
ma, diamine [Omm…respiro profondo] ce l’hanno, hanno “qualcosa” da scrivere, hanno “qualcosa” per la quale sono poi effettivamente CONOSCIUTI!

B -  Quelli che sono anche loro conosciuti dagli alti ranghi di cui sopra, ma per cause, per così dire, di FORZA MAGGIORE!

Che voglio dire?!
Ci sono persone che titolari, direttori e manager non potranno MAI, e dico MAI, non conoscere!
Tipo?


* ATTENZIONE: sono da considerarsi non computati nell'elenco: enfant prodige, quelli che “papà fa il medico, mi ha trasmesso la passione fin da quando allattavo al seno di mamma” ed eccezioni  varie (che poi di fatto sono quelle che confermano il tutto)…*
Dicevamo…tipo?!
Tipo i membri delle loro FAMIGLIE!
Mogli, mariti, figli, sorelle, fratelli, cognati, cugini, nipoti…ci si porta dietro una processione in grado di risalire  - e squarciare - più di un albero genealogico!


Sono loro i veri intoccabili e spesso, non sempre [non vogliamo mica generalizzare qui, d'altronde, anche tra quelli del gruppo A si può incontrare l’ “ANALFABETA BASICO”, il classico “amico di famiglia”, ma, guarda caso, sempre la famiglia ci azzecca] quelli non dotati di alcuna facoltà di pensiero basilare.
Queste figure, con o senza titoli, spesso - non sempre - acquistati neanche a buon mercato, non hanno ad esempio nemmeno bisogno di compilarlo un curriculum, per 2 semplici motivi:
 1)   Si trovano già nello stato di famiglia
       2)    Non saprebbero cosa scriverci dal momento che, CASA = FAMIGLIA = LAVORO!

- C’ bella cos! -

Dunque, sono questi i “mostri sacri” (nell'accezione più alta dell’aggettivo “sacro” che rievoca la Sacralità della famiglia) con i quali raccomandati di serie B e lavoratori comuni mortali sono costretti a misurarsi, ebbene, inutile a dirsi, è un duello assai impari.
Ne avrà da gioire il Vaticano se nel secolo della crisi della famiglia, resiste il must LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO, (tranquilli, mentre scrivo non ho la colonna sonora de “Il Padrino” o simili, nelle orecchie, o meglio, non ancora) e qui, in Italia (nord-centro-sud), lo sappiamo bene.
Esempio a caso?
Avete presente quelle “azienducole”[1] che si ammantano di tecnologie e riconoscimenti più o meno prestigiosi per tentare di coprire i piedi argillosi - ma rigorosamente di famiglia - sui quali poggiano?!  Bene, fanno proprio al caso!
E se qualcuno si starà chiedendo - banalmente -
che tali imprese hanno comunque bisogno di persone competenti e specializzate al loro interno,
la risposta è, se possibile, ancora più banale: CERTO CHE Sì!  
Ed infatti…
Secondo voi, che ci stanno a fare i milioni di laureati alla prima esperienza lavorativa?!?
A cosa servono quelle altre paroline, che pure si sentono assai ultimamente, come:
-          STAGE
-          CONTRATTO A PROGETTO
-          TIROCINIO FORMATIVO    
Fonte: www.diversamenteoccupati.it
   
Del resto la lingua italiana è tanto bella proprio per questo, (anche se comunque ci divertiamo a rubare qualche parolina qua e là) è talmente ricca di sinonimi che si potrebbero trovare altri 10, forse 100 termini per definire in maniera diversa quello che è un fatto tristemente acclarato:

Tra corsie preferenziali e scorciatoie più o meno efficaci, il merito sbanda ed esce sempre più fuori strada, MA, [anche qui un bel “ma” ci sta tutto] se ci pensate la PRIMA VOLTA, è solo una, e nella maggior parte dei casi, pure la più brutta.
Il bello viene sempre dopo!
Ed un’esperienza di porte chiuse in faccia, renderà solo più abili ad aprirle, e ad essere sì, un po’ tutti, più meritatamente CONOSCIUTI!









[1] Azienducole: piccole o medio-piccole imprese, tra i 20 ed 50 anni di attività, nate da pregresse esperienze di genitori, nonni, zii e parenti prossimi, al cui vertice risiede ancora una famiglia in seguito a innumerevoli “innesti” e ricambi generazionali.