martedì 12 novembre 2013

BOB DYLAN (live/in my life)_ ROMA 2013

Mettiamo subito le cose in chiaro: non credo di potermi definire un fan di Dylan.




Insomma, nella mia collezione di dischi ci sono "The Freewheelin", "Highway 61 Revisited", "Blonde on blonde", "Blood on the tracks" e “The Essential  Bob Dylan vol.1 e 2”. Poi, da qualche parte,  non ricordo esattamente dove,  sono quasi sicuro di avere un’ audiocassetta di "Street legal", e  tra i vecchi vinili di mia madre ci dovrebbero essere anche "Bringing it all back home" e forse “World gone wrong “ (in realtà temo di averlo prestato a qualcuno anni fa e di non averlo mai chiesto indietro, ma se voi non dite niente non dovrò mai renderne conto). 

Se provo a digitare la chiave di ricerca "Dylan" sul mio hard disk, vengono fuori: 187 mp3 che hanno a che fare col suddetto,  una raccolta di spartiti per chitarra, un bootleg di un concerto e un libro in PDF mai letto. 

La mia conoscenza della vita dell'artista si riduce a: 

_  Robert Zimmerman

_  Woody Guthrie

_  periodo folck

_  esibizioni con Joan Baez (anche compagna?)

_  pilastro della rivoluzione culturale e sociale anni 60 (mi dicono che abbia cambiato il      
    mondo ma io non c'ero e quindi non posso testimoniare)

_  ha fatto fumare marijuana ai Beatles nel bagno della regina (neanche qui c’ero ma mi        
    sembra una cosa più plausibile)

_  periodo elettrico

_  litigi con i fan per il passaggio da un periodo all'altro

_  incidente in moto

_ anni 80/dischi brutti

_ concerti di beneficenza (c'entra qualcosa Harrison vero?)

_  Neverending Tour

_  figlio cantante dei Wallflowers

_  poker

_  premio Oscar per canzone in film con Michael  Douglas (tutti dicono risarcimento per non    
    averlo dato a "knocking on heavens door")

_  Scorsese fa film/documentario su di lui (che tutti mi dicono di vederlo e prima o poi lo       
    farò ma difficilmente credo che lo preferirò a “I'm Not There”*)

_  ultimi 5 dischi belli (lo dicono gli altri, io posso testimoniare solo a favore di "Time out of     
    my mind" e "Tempest").

Prima di quello del 7 novembre scorso a Roma avevo visto solo un suo concerto all'arena flegrea a Napoli (2001?) e non ne ho un ricordo memorabile.




Non credo che tutto questo faccia di me  un fan di Dylan; insomma, credo che chiunque ami la musica dovrebbe avere "Blonde on blonde" (e se non ce lo avete compratelo, e se non potete comprarvelo dite ad un amico di prestarvelo… insomma fate qualcosa, faremo finta di nulla e non ve la faremo pesare) e riconoscere al primo ascolto una trentina di sue canzoni, ma essere fan di Dylan e' un altra cosa: i fan di Dylan sono quelli che da anni seguono il suo tour infinito confrontando di volta in volta la scaletta della serata alla ricerca di quello che potrebbe essere "il concerto della vita", che solo un artista del calibro di Dylan ti può regalare perdonandogli anche le esibizioni meno memorabili; i fan di Dylan discutono animatamente di ogni strofa, di quale evento abbia ispirato questa o quella canzone; i fan di Dylan bramano da anni un Nobel che certifichi che i versi di Dylan sono una delle espressioni più alte della cultura del novecento e di conseguenza conferisca loro lo status di letterati che poco hanno a che fare con il confuso calderone della musica pop nel quale fino ad ora devono coabitare con i fan delle Lady Gaga di turno;  i fan di Dylan sanno il nome dell’attuale batterista  e di quelli passati, chi di loro è stato operato di appendicite e a volte anche il nome del medico che ha svolto l’operazione;  i fan di Dylan probabilmente mi stanno venendo a cercare.


A me di tutte queste cose non è che importi poi tanto (si ok, sono un po’ preoccupato per eventuali spedizioni punitive); entrando all’Atlantico di Roma per assistere al concerto non conoscevo nessuno dei nomi dei musicisti di supporto,  ho applaudito  quando mi piaceva quello che suonavano e se capiterà di rivederli magari li riconoscerò. 

Non credo che un eventuale premio Nobel a Dylan mi farebbe apprezzare di più i suoi dischi e anzi, spero, se dovesse accadere, che non ripubblichino i suoi vecchi vinili aggiungendo la notizia alla copertina come capita con le ristampe dei vecchi libri di Saramago, e non ho nessun particolare problema  se il mio Ipod in funzione random mette un pezzo di Fat Boy Slim dopo “Alla long the wachtower”. 

Semplicemente amo molte canzoni di Dylan; alcune per i loro testi, altre perché hanno saputo descrivere perfettamente, e in quel preciso istante, momenti della vita come quelli in cui le metropolitane vanno in direzioni opposte. Soundrack di situazioni ed emozioni inspiegabili. Altre, semplicemente, le trovo bellissime, e alcune mi sembrano avere un significato solenne  anche senza conoscerne la traduzione. 

E quindi, semplicemente, al concerto di Roma mi sarebbe piaciuto rincontrarne qualcuna in più oltre che “It Ain't Me, Babe”, “Positively 4th Street”,” Girl From The North Country” e “Blowining in the wind”, ma questa è una vecchia storia che chi ha visto i concerti di Dylan conosce bene: è come andare al ristorante che ha nel menù i tuoi piatti preferiti, ma devi sperare che quella sera il cuoco abbia voglia di cucinarli, sapendo che non puoi chiedergli di prepararteli come li hai assaggiati la prima volta e devi affidarti al suo buon cuore di non stravolgerne completamente il gusto sapendo che avrà nelle sue mani il potere di prepararti  la “cena della vita” o semplicemente un conto salato e una serata di digiuno. Beh, a quanto pare, guardando le set-list delle due serate di Roma, io ho mancato la “cena della vita” per 24 ore,  e mi sono dovuto accontentare di uno spuntino frugale.





Naturalmente i Fan di Dylan hanno visto entrambe le serate, quindi possono ritenersi sazi e non credo che avranno nulla da obbiettare a (con)dividere con noi altri una “Like a rolling Stones” dove Dylan ha addirittura concesso, cosa più unica che rara, il coro al pubblico.

like a rolling stone_ live_ roma 2013

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