martedì 28 marzo 2017

#trentacoglione #1_ trentaconfusi

Trentaconfusi... no, trentacoglioni.

Secondo post dell'era CherrySpeech, con una necessaria premessa: io non sono femminista, sono gli uomini che proprio non ce la fanno.
Meglio...sono (alcuni) uomini che in questo preciso momento storico non riescono a comportarsi con coerenza e dignità. Sono #trentacoglioni ecco tutto.




Raccolgo testimonianze, chiedo, mi informo da tempo, almeno cinque anni, ed inizio a pensare che la generazione maschile nata tra il '75 e l'85 sia stata contaminata da qualche cibo tossico, altamente tossico, che ha disintegrato parti essenziali del cervello (e del cuore), responsabili di sensibilità, coerenza, responsabilità e coraggio. Non ho dati sufficienti sugli esemplari fuori dalla decade incriminata, ma se fossero a vostra disposizione, sentitevi liberi di suggerire integrazioni.

Esemplifico:

1.
Una donna adulta (a trent'anni circa qualifichiamola come adulta!) incontra un baldo giovane.
Il suddetto giovane è piacente (ha un certo quid), diciamo che supera la massa informe di cerebrolesi, egoisti, fancazzisti fieri del loro essere, e si decide di uscire insieme scoprendo una certa intesa.
Certa intesa, ad una certa età, potrebbe anche significare cessione consapevole delle proprie virtù per godere del momento, nell'ottica dell' #ognilasciataèpersa
Gli stati sequenziali sono:
entusiasmo, conivolgimento e poi morte. Morte certa.

Perchè?

Dopo un certo numero di appuntamenti (3-7 circa) la donna inizia (erroneamente) a credere che quella che si configurava come un'intesa anomala e fine a se stessa, potrebbe qualificarsi come una frequentazione più o meno formalizzata. Ci si potrebbe innamorare insomma. (ci si potrebbe, sottolineo).

ERRORE IRREVERSIBILE.



Quello è il momento esatto in cui l'uomo (noto come il trentacoglione) inizia ad indietreggiare.
Lentamente indietreggia con fare filosofeggiante, accampa una lentezza (ritardo sarebbe decisamente appropriato) nella gestione del rapporto (in opposizione ad una conclamata velocità della partner) e si disintegra nell'etere vigliacco ed apparentemente godereccio del "rimaniamo amici, ora non sono pronto".

Continuo a chiedermi: "perchè?"

L'homme (noi, burloni napoletani, aggiungeremmo con piacere allegri epiteti) crede che il passaggio da scopamici a fidanzati (in senso largo) provochi qualche strana esplosione nucleare?

Rassicuriamoli: non esplode niente, va tutto bene. Respirate, respirate, respirate.
Cercate nel buco nero della vostra smisurata personalità un pò di coraggio, quel tantino che serve a rischiare (se vale la pena, è chiaro) ed a mettersi in gioco in una RELAZIONE.

2.
Una donna (sempre adulta) è felice e contenta nella sua allegra e senza speranze ricerca dell'uomo perfetto, quanto tutt'a un tratto incappa nel corteggiatore, stalker, sedicente marito prossimo.
Non le piace subito, ma non le dispiace neanche. Lui insiste, si accanisce. Per qualche perversa ragione si convince che Lei (la povera vittima) sia la prova del successo planetario che riscontrerà con tutte le donne e non può mollarla per nulla al mondo, pena la fine dell'universo.
Si presenta caparbio, gentile, brillante, educato, addirittura galante a tratti.
Quello che ad un occhio lucido dovrebbe essere uno sfigato qualunque (alla ricerca disperatissima di una scopata facile), diventa un uomo deciso, desiderabile.
Convince le amiche. Anche quelle più rigide e disilluse iniziano a pensare che in fondo uno su mille ce la fa e così il gioco è fatto.

Lei capitola. Si concede (mentalemente innanzitutto) e inevitabilmente perde la lucidità.

ERRORE IRREVERSIBILE.



Lui (sempre il trentacoglione), raggiunto il suo spicciolo traguardo (superato il primo turno ad eliminazione della champions alla playstation, per intenderci), si disinteressa completamente alla cosa e scappa a gambe levate.

E così, quella che doveva essere una freccia di Cupido, si trasforma in uno spiedo più o meno lungo che infilza giovani fanciulle, che invece di cuocersi nei tempi giusti, si brucia carbonizzato con una tristemente sola (e discutibile) fiammata. 
La domanda è sempre la stessa: "perchè?"

Ci penso, ci penso, ci penso. Non riesco a darmi una risposta che abbai una sua logica.
Credo che l'errore sia esattamente questo: cercare una spiegazione coerente con la logica di una donna.
Gli uomini sono uomini. Se fossero donne non sarebbero trentacoglioni.

ps 
Le generalizzazioni non sono mai un buon metodo d'analisi. Le eccezioni esistono, gli uomini giusti esistono.
Molti sono gay (ma questa è un'altra storia).

CL



venerdì 24 marzo 2017

Folfiri o Folfox tour_ Afterhours @Napoli

Ne ho visti tanti, come Rocco di patate (o forse non così tanti), di concerti degli Afterhours.
Eppure nessuno, e dico nessuno, che sia stato così, nel senso buono, potente, violento ed aggressivo.
Una casa della musica, quella di Napoli, che è letteralmente esplosa di musica ed energia.









Né pani né pesci - Ballata per la mia piccola iena - San Miguel - Musa di nessuno - Non voglio ritrovare il tuo nome - Ti cambia il sapore - Costruire per distruggere - La tempesta è in arrivo - Male di miele - La verità che ricordavo - Bye Bye Bombay - Padania - La vedova bianca - Ci sono molti modi - Quello che non c’è

sono solo alcune delle bombe assordanti lanciate ieri sera, in una guerra di suoni ed emozioni.

Fuori da tutti gli schemi e dalle abitudini, tutto assume una connotazione più forte, come una pagina di un libro che sottolineiamo con forza anche dopo averla letta tante volte. Come un testo che già conosciamo, ed in effetti lo conosciamo tutti a memoria, che all'improvviso diventa importante, che va urlato, che va riscritto a caratteri cubitali.

Ci colpisce, ci investe, ci travolge, ci riempie. E' il dono della musica. 

Manuel e Rodrigo dominano la mia attenzione, come Nick Cave e Warren Ellis. 
E l'intro dei dirty three, in effetti, lasciava presagire grandi cose.
Richiesta preparazione atletica e psicofisica per assorbire e per ascoltare, per sostenere consapevolmente il rumore, che è sempre fuori, ma soprattutto dentro di noi.

L'ultima volta, pensavo che sarebbe stata l'ultima volta. Non era vero. 
La musica nella vita non è mai superflua, non è mai veramente lontana, ma soprattutto non è mai  abbastanza!

martedì 21 marzo 2017

#trentacoglione #0_ la leggenda


I coglioni, narra la leggenda, dovrebbero essere solo due.

Eppure, ahimè, studi scientifici dimostrano che non due, bensì cinque o sei trenatacoglioni, almeno, si annidano sulle dita di ogni fanciulla che abbia voglia di contare, così, nel tempo libero, le proprie delusioni davanti ad una cioccolata calda ed un paio di pancakes. 

Mia nonna, dal canto suo, soleva sempre raccontarmi che ai suoi tempi, finita da poco la guerra, non ci fosse un gran numero di giovani disponibili ad ammogliarsi. Tuttavia, ella era riuscita, anche pescando in una ristretta gamma di partiti, a ben scegliersi un marito figo, nonché più giovane di lei.

Oggi, malgrado la moltiplicazione di pani e pesci e l'assenza di catastrofi pregresse vicine nel tempo, si riscontra egualmente una carestia di uomini.

Avere trent'anni non rappresenta più un traguardo di maturità e consapevolezza. Si potrebbe altresì dire che "trent'anni is the new black": un buco nero in cui gli uomini si annidano come pipistrelli a testa in giù, di modo che le loro due teste, quella appoggiata sul collo (vuota, per cui leggera) e quella di cazzo, si confondano irrimediabilmente.

cos'altro aggiungere? direi che sono tempi duri! ...almeno i tempi! 

CL

sabato 18 marzo 2017

#LET'S GO OUTSIDE #0

#0 #whislist


Usciamo! scappiamo! voliamo! corriamo!
Perché l'idea di viaggiare ci mette di buonumore.
Parigi, Madrid, Tokyo, Singapore, Copenaghen, Ischia, Shanghai, Kuala Lumpur.
Non importa come. Che sia la vita a portarci lontano, o che siamo noi a spingerci un po' più in là, quello che conta è tenere gli occhi aperti, la mente libera, e il cuore acceso.
buon viaggio!





mercoledì 15 marzo 2017

Sette buoni consigli per affrontare con serenità le Idi di Marzo

Se stamattina, svegliandovi, àuguri ed aruspici vi hanno chiamato per consigliarvi di non uscire, e se vi sentite un po’ Giulio Cesare e il giorno delle idi vi sembra funesto, allora potreste seguire qualche buon consiglio di Shakespeare su come affrontare la vostra giornata.

Secondo alcune voci di corridoio una leonessa ha partorito per le strade, tombe si sono spalancate e hanno restituito i loro morti; feroci guerrieri di fuoco hanno combattuto sulle nuvole, in ranghi e squadroni e in assetto di guerra, sprizzando sangue sul Campidoglio; il rumore della battaglia risuonava nell'aria; nitrivano i cavalli e gemevano uomini morenti; spettri gridavano e ululavano per le strade.



A questo punto, ci sono alcune cose che potete fare:

1.  Correte alle vostre case, cadete in ginocchio, e pregate gli dei di fermare la peste   che di necessità deve piombare su questa ingratitudine.

2.  Radunate i miserabili della vostra specie; portateli sulle rive del Tevere e versate  lacrime nel fiume finché l'onda più bassa non baci le sue rive più alte.

3.   State attenti alle idi di marzo!

4.  Voi, dei, rendete i deboli più forti; in tal modo voi, dei, rovesciate i tiranni. (Perché l’autostima è importante)

5. Tenete bene a mente che non c'è torre di pietra, non mura di bronzo battuto, né carcere senz'aria , né forti catene di ferro, che possano imprigionare la forza dello spirito. Se so io questo, sappia allora tutto il mondo che quella parte di tirannia che subisco posso scuotermela di dosso a mio piacere. E così io, così ogni schiavo, ha in mano il potere di cancellare la sua cattività.

6.  Dobbiamo essere sacrificatori ma non macellai. Noi tutti combattiamo lo spirito (di Cesare), e nello spirito degli uomini non c'è sangue.

7. Buoni amici, abbiate l'aria fresca e allegra. Il nostro aspetto non rivesta i nostri propositi ma portiamoli come fanno i nostri attori, con spirito saldo e ferma dignità.

buongiorno, dunque, a ognuno di voi.

Tuttavia, è ancora dubbio se Cesare, oggi, uscirà oppure no; perché ultimamente è diventato superstizioso, con opinioni del tutto diverse su fantasie, sogni e premonizioni. Può darsi che i prodigi apparsi oggi, il terrore inconsueto di questa notte e i pareri dei nostri aruspici lo tengano lontano dal Campidoglio.


Non temete. Se ha deciso così, io so come ribaltare la decisione. Infatti ama sentire che gli unicorni possono esser traditi dagli alberi, e gli orsi dagli specchi, gli elefanti dalle buche, i leoni dalle reti e gli uomini dagli adulatori.

I codardi muoiono molte volte prima della loro morte; i coraggiosi gustano la morte una volta sola.
Di tutti i prodigi di cui ho sentito, il più strano mi sembra il timore degli uomini nel vedere che la morte, una fine necessaria, verrà, quando deve venire.

Che dicono gli auguri?
Non vogliono che tu esca oggi.

Gli àuguri, estratte le interiora di una vittima, non hanno trovato un cuore nella bestia.

Gli dei fanno questo per svergognare la codardia.

Cesare sarebbe una bestia senza il cuore se dovesse restare a casa per paura.
No, Cesare non lo farà.

Il pericolo sa bene che Cesare è più pericoloso di lui.

C'è una marea nelle cose degli uomini, che, presa quand'è alta, conduce alla fortuna; perduta questa, tutto il viaggio della vita è confinato in secche e sventure. Su tale mare in piena adesso galleggiamo, e dobbiamo prendere la corrente quando serve oppure perdere il carico.


Se oggi osate combattere, scendete in campo; altrimenti quando ne avrete il fegato.

fonte: William Shakespeare, Giulio Cesare, 

lunedì 16 gennaio 2017

LA SVOLTA CELESTE. IL RISCATTO DI ATLANTE.

Atlante, descritto nell'Odissea come uno dei pilastri del cielo, fu condannato da Zeus a reggere sulle spalle la volta celeste per essersi alleato con Crono nella guerra per la conquista dell'Olimpo, vinta ovviamente da Zeus.

Atlante, costretto a convivere con questo peso per l'eternità, riuscì a convincere Eracle a sostituirlo temporaneamente nella sua punizione, a patto che quegli andasse a raccogliere i pomi d'oro delle Esperidi.
Recuperati i pomi, pero', per Eracle fu assai difficile convincere Atlante a riprendere il suo posto, e dovette ricorrere a uno stratagemma: gli chiese di tenere momentaneamente la volta per potersi mettere sulle spalle un cuscino.

Atlante si riprese il cielo, Eracle se ne andò, si prese i tre pomi, e si fece beffa di lui.

Stefano Parisio Perrotti inverte la tendenza della vita di Atlante, e gli da la possibilità di liberarsi del suo peso. Lo rende autonomo, indipendente, fiero. 

In piccole sculture, tanto entusiasmo. Atlante si riappropria della sua vita, e si gode il piacere di portare sulle spalle un peso leggero, o di non portarlo affatto.






















In mostra al MANN di Napoli, segna per me l'inizio di questo 2017. 

Ironia, semplicità, cultura, immediatezza.






In una piccola sala, un concentrato di emozione, ed un sorriso.




La mostra si intitola "La svolta celeste. Il riscatto di Atlante"


www.pariperro.it

giovedì 5 gennaio 2017

Il Giorno Uno.

Il Giorno Uno è quando decidi che le cose cambiano.

E' quando compri un nuovo fondotinta prima che il tuo si sia esaurito fino all'ultima goccia, e pure quello di tua sorella e di tua madre; è quando temperi una matita che non ti serve solo per il gusto di vederla appuntita; quando realizzi che non terrai mai l'armadio in ordine, ma che scriverlo nella lista delle cose da fare ti da una certa soddisfazione.

Il Giorno Uno è quando decidi di non essere più in ritardo, sfidando il tuo dna.


Le stagioni, che non sono più mezze, non ti aiuteranno. 
Senza riferimenti, senza equilibrio e senza ordine, il Giorno Uno è quello in cui prendi l'incertezza, la pieghi in quattro parti e te la metti in tasca.

Nel Giorno Uno la paura esiste, ma ha perso il suo smalto, perché la paura, si sa, non serve a niente.
"Indossare il vuoto con classe" forse sarà sempre di moda, tra chi osserva la propria vita riflessa nelle vetrine dei negozi nei centri commerciali. La verità è che metterti gli occhiali da sole non ti farà avere più carisma e sintomatico mistero se sei un coglione.


Il Giorno Uno è quello in cui sai che sbaglierai ancora e ancora, ma decidi di farlo con serenità.Quando decidi che le pentole vuoi graffiartele da solo e che le verità, come le uova, preferisci che te le sbattano in faccia piuttosto che farci lo zabaione di prima mattina.


Il Giorno Uno non ha niente a che vedere con l'inizio dell'anno. E' quello in cui ti accorgi di quante cose sono cambiate, e per la prima volta dopo tanto tempo sorridi, perché per la prima volta finalmente, ti rendi conto che è solo l'inizio!
Buon anno! buon 2017!

Che i vostri giorni siano sempre diversi uno dall'altro.
Questo è l'augurio più bello che senta di fare a tutti!