lunedì 21 ottobre 2013

Londra, crazy days and city lights!

E' così surreale!
E' stato il mio primo pensiero quando slacciate le cinture di sicurezza, la City ci ha accolto con le note più emozionanti e familiari degli ultimi anni, in loop come saluto di Alitalia ai nuovi arrivati.
Un turbinio avvincente di snodi e linee colorate, puntuali e rapidissime, verso luci, forme e colori che mi sembrava di recuperare dalla mente, come maghi e principesse da un'infanzia lontana.
I pop up della mente sono partiti in automatico, in un ordine casuale e perfetto, tra arte moderna e tradizioni antichissime, alla scoperta della mia città, quella dove, ho seminato sogni, incantata dal pot pourri cosmopolita di Piccadilly.

Un tour fatto di tappe tradizionali e nuovissime ci ha portato in giro alla scoperta della "Stanza del Si" ad immaginare politicanti d'oltremanica "economical in truth" (perchè in fondo si sa, ogni mondo è paese), a gustare con una certa perplessità Hot Dog e Champagne e a divertirci come adolescenti in un Fabric blindatissimo.

E poi lunghe passeggiate con cartina alla mano lungo il Tamigi, con noccioline glassate e caffè decisamente discutibili, per godere dell'atmosfera metropolitana e lenta che solo alcune città sanno dare.
Abbiamo respirato la Città a pieni polmoni saltellando con entusiasmo da Velasquez a Picasso, da Da Vinci a Van Gogh, da Monet alla Stele di Rosetta, da Mondrian a Dalì, passando per l'Antico Egitto, Mirò e i Teschi Aztechi; inclinando il capo per provare a comprendere amatissimi ed "incomprensibili" (per i profani) capolavori di arte moderna alla Tate e perdendoci di notte alla ricerca di una febbricitante ma ormai addormentata Soho Square.

Innamorarsi della Città è stato gustare (e sputare) mostarda al Borough Market, divertirsi a scoprire Belen con maritino e portaborse a fare shopping a Portobello, ed entrare nel più famoso ristorante di Fish 'n Chips di Camden accolti da "Tu Vuò fà l'Americano".


E poi...the Shard, salendo come "schegge" fino al 32esimo piano, si prova una vertigine tutta italiana, inorgogliendosi per una megastruttura lussuosissima che reca un'impronta nazionale, ci si diverte a scoprire un panorama disarmante, musica jazz e calamaretti al lime e peperoncino, in un'atmosfera incantata, dove (rarità) la rete wireless è free, ma il cervello troppo impegnato ad immagazzinare immagini ed emozioni per recuperare amici su whatsapp.


Un viaggio alla ricerca di moda e tendenze, magnetini e snowball turistiche, contrattando con i pachistani per il cambio più favorevole, perdendosi senza speranza in quel paradiso infernale a più piani chiamato Harrods, scansando rigorosamente i più noti fast food alla scoperta del vero filetto alla Wellington made in UK, e godendosi il sole ad Hyde Park su sdraio a noleggio.

Un sogno condiviso fatto di una pioggia di immagini, colori, suoni, prospettive ed ambizioni, perchè la pioggia vera, quella tanto famosa a Londra, non l'abbiamo vista quasi mai, per fortuna.

martedì 1 ottobre 2013

MOOD INDIGO_ la schiuma dei giorni



Chloè ha una ninfea nel polmone destro. Mai immagine fu più dolce per descrivere una malattia mortale.
Gli occhi dell'amore che trasformano ogni cosa, ma gli occhi, in generale, che guardano le cose a proprio modo. La distanza tra la realtà e l'immaginazione è evidente e sottile, e sono certa che qualcuno deve aver rappresentato estratti del romanzo di Vian in cartoni animati, di quelli che a quintalate ho guardato nella mia infanzia. Mi sento solleticare la memoria quando vedo che il campanello prende vita, che le gambe si allungano, che i colori si modificano. 
Il film è una visione, e non c'è altro modo per descriverlo.                     
Una marea, una miriade, un vortice di significati simbolici che si accavallano, si intrecciano e si confondono. Solo Antichrist di Lars Von Trier mi era apparso così complesso. Tanto che credo che riguardarlo altre dodici volte non basterebbe a svelarne tutti i segreti. Ne varrebbe, in ogni caso, la pena.

Colin e Chloè

La magia c'è, e pervade soprattutto Colin, che ingenuo e amorevole si scontra col mondo, facendosi rubare fino all'ultimo centesimo dagli amici, dalla malattia, e dalla vita. Determinato seppur sprovveduto, si mette in gioco a tutti i costi per salvare la vita di sua moglie. Ma il grigiore lo travolge.  La sua casa, ricca e luminosa, si trasforma poco a poco, perdendo vivacità e allegria; le finestre diventano sempre più piccole, le pareti si sgretolano sempre più velocemente. Non c'è più traccia delle colazioni luculliane spazzate via da lavavetri. Tutto è buio, e triste. Il rammarico è che tutto sia durato così poco.
Strette di mano "rotanti", feste da ballo come allucinazioni e oggetti animati controbilanciamo la devastazione per la perdita imminente.
Le automobili trasparenti, gli amici che rappresentano le emozioni, i comportamenti dell'essere umano in difficoltà, i mezzi pubblici come elefanti, i cocktails per ogni stato d'animo, le droghe più o meno legalizzate e la società intorno, che fa da sfondo e che osserva, sono soltanto alcuni degli aspetti di un film ricchissimo.

Io, per quanto mi riguarda, penso di aver dato appena una "sbirciata".