C’è CRISI, c’è CRISI, c’è CRISI, la parola
più usata, abusata e martirizzata degli ultimi anni, colpisce ancora, colpisce
di più, colpisce o-vun-que!
La CRISI è difatti arrivata laddove nessuno di noi poteva immaginare.
La CRISI è difatti arrivata laddove nessuno di noi poteva immaginare.
Persino quei “poveri” RACCOMANDATI
(anch'essi così tanto odiati e nominati) hanno infatti smesso di dormire sonni tranquilli!
Che voglio dire?!
Che voglio dire?!
Adesso mi spiego!
La CRISI, signora e spauracchio,
divinità impalpabile del male, entità mitologica astratta, figlia di Monti (?) di Silvio (?) di Renzi (?) dei giornali (?)
dell’ Europa (?), di noi tutti che la invochiamo, lei, insomma, ha fatto sì che
questa solida e longevissima categoria, quella dei Raccomandati, appunto, una
delle poche certezze su cui si basava la società nostrana, si sia vista
costretta a snaturarsi, a dividersi, e quindi, da un paio d’anni a questa parte,
siamo stati spettatori inconsapevoli un vero e proprio fenomeno di SCISSIONE!
Che voglio dire?!
Che voglio dire?!
In Italia, dove, i laureati (non assunti)
non lavorano, i dipendenti pubblici (assunti) non lavorano, i politici
(assuntissimi) non lavorano [motivo per cui - piccolissima riflessione - i ladri, cominciano a trovarsi pure loro in
difficoltà], se c’era una fascia “umana” protetta, immune a tutto questo, era
proprio quella dei Raccomandati!
Schiere di persone non qualificate o poco dotate che, in barba a colloqui, curriculum e liste di scorrimento avevano il passepartout per il chimerico mondo del lavoro.
Schiere di persone non qualificate o poco dotate che, in barba a colloqui, curriculum e liste di scorrimento avevano il passepartout per il chimerico mondo del lavoro.
I raccomandati quindi, mali di tutti i
mali, si sono impossessati di aziende, ospedali, uffici pubblici e privati, e
chi più ne ha più ne metta, propagandosi peggio di una peste bubbonica.
Bene…[cioè mica tanto], questo era quello che pensavamo quando si parlava di loro, intesi come un’unica grande categoria di parassiti, o quasi!…ma [c’è sempre un bel “ma” in questi casi] ci sbagliavamo, perché, oggi che la CRISI è talmente forte che si sente e si vede, senza neanche più nominarla, oggi, ci si accorge che in fondo questi “poveri” raccomandati, non sono poi tutti uguali.
Bene…[cioè mica tanto], questo era quello che pensavamo quando si parlava di loro, intesi come un’unica grande categoria di parassiti, o quasi!…ma [c’è sempre un bel “ma” in questi casi] ci sbagliavamo, perché, oggi che la CRISI è talmente forte che si sente e si vede, senza neanche più nominarla, oggi, ci si accorge che in fondo questi “poveri” raccomandati, non sono poi tutti uguali.
Ergo, con la disoccupazione allo *stelle* %, siamo in grado di affermare che
esistono in realtà almeno 2 tipi di raccomandati, e cioè:
A -
Quelli che, sì, sono conosciuti, da titolari, direttori, manager e quant’altro,
e che quindi eviteranno colloqui formali limitandosi a presentare un curriculum
che, nella migliore delle ipotesi, sarà conservato in qualche scaffale a
prendere la polvere,
ma, diamine [Omm…respiro profondo] ce
l’hanno, hanno “qualcosa” da scrivere, hanno “qualcosa” per la quale sono poi
effettivamente CONOSCIUTI!
B -
Quelli che sono anche loro conosciuti dagli alti ranghi di cui sopra, ma
per cause, per così dire, di FORZA MAGGIORE!
Che voglio dire?!
Ci sono persone che titolari, direttori e
manager non potranno MAI, e dico MAI, non conoscere!
Tipo?
* ATTENZIONE: sono da considerarsi non computati nell'elenco: enfant prodige, quelli che “papà fa il medico, mi ha trasmesso la passione fin da quando allattavo al seno di mamma” ed eccezioni varie (che poi di fatto sono quelle che confermano il tutto)…*
Dicevamo…tipo?!
Tipo i membri
delle loro FAMIGLIE!
Mogli, mariti, figli, sorelle, fratelli,
cognati, cugini, nipoti…ci si porta dietro una processione in grado di
risalire - e squarciare - più di un
albero genealogico!
Sono loro i veri intoccabili e spesso, non
sempre [non vogliamo mica generalizzare qui, d'altronde, anche tra quelli del
gruppo A si può incontrare l’ “ANALFABETA BASICO”, il classico “amico di
famiglia”, ma, guarda caso, sempre la famiglia ci azzecca] quelli non dotati di
alcuna facoltà di pensiero basilare.
Queste figure, con o senza titoli, spesso
- non sempre - acquistati neanche a buon mercato, non hanno ad esempio nemmeno
bisogno di compilarlo un curriculum, per 2 semplici motivi:
1) Si
trovano già nello stato di famiglia
2) Non
saprebbero cosa scriverci dal momento che, CASA = FAMIGLIA = LAVORO!
Dunque, sono questi i “mostri sacri”
(nell'accezione più alta dell’aggettivo “sacro” che rievoca la Sacralità della
famiglia) con i quali raccomandati di serie B e lavoratori comuni mortali sono
costretti a misurarsi, ebbene, inutile a dirsi, è un duello assai impari.
Ne avrà da gioire il Vaticano se nel
secolo della crisi della famiglia, resiste il must LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO, (tranquilli, mentre scrivo non ho
la colonna sonora de “Il Padrino” o simili, nelle orecchie, o meglio, non
ancora) e qui, in Italia (nord-centro-sud), lo sappiamo bene.
Esempio a caso?
Esempio a caso?
Avete presente quelle “azienducole”[1] che si ammantano di
tecnologie e riconoscimenti più o meno prestigiosi per tentare di coprire i
piedi argillosi - ma rigorosamente di famiglia - sui quali poggiano?! Bene, fanno proprio al caso!
E se qualcuno si starà chiedendo - banalmente
-
che tali imprese hanno comunque bisogno di
persone competenti e specializzate al loro interno,
la risposta è, se possibile, ancora più
banale: CERTO CHE Sì!
Ed infatti…
Secondo voi, che ci stanno a fare i
milioni di laureati alla prima esperienza lavorativa?!?
A cosa servono quelle altre paroline, che pure si sentono assai ultimamente, come:
A cosa servono quelle altre paroline, che pure si sentono assai ultimamente, come:
-
STAGE
-
CONTRATTO
A PROGETTO
Del resto la lingua italiana è tanto bella
proprio per questo, (anche se comunque ci divertiamo a rubare qualche parolina
qua e là) è talmente ricca di sinonimi che si potrebbero trovare altri 10, forse
100 termini per definire in maniera diversa quello che è un fatto tristemente
acclarato:
Tra corsie preferenziali e scorciatoie più
o meno efficaci, il merito sbanda ed esce sempre più fuori strada, MA, [anche
qui un bel “ma” ci sta tutto] se ci pensate la PRIMA VOLTA, è solo una, e nella
maggior parte dei casi, pure la più brutta.
Il bello viene sempre dopo!
Ed un’esperienza di porte chiuse in
faccia, renderà solo più abili ad aprirle, e ad essere sì, un po’ tutti, più meritatamente
CONOSCIUTI!
[1] Azienducole: piccole o medio-piccole imprese, tra i 20 ed 50 anni di attività, nate da pregresse esperienze di genitori, nonni, zii e parenti prossimi, al cui vertice risiede ancora una famiglia in seguito a innumerevoli “innesti” e ricambi generazionali.
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