domenica 10 marzo 2013

Napoli è nostra e Città della scienza pure!

La politica di questo blog è evitare le polemiche! 
Mi spiego, non demoliamo ma costruiamo.
Stavolta tuttavia vorrei urlare, sono indignata, esterrefatta, arrabbiata ed anche spaventata.
E sono in lutto. Siamo in lutto. Città della scienza è morta.

Ho preso tempo, ho dovuto metabolizzare la notizia augurandomi che non esistesse dolo o colpa, ma fosse un accidentale scherzo del destino. Non è stato così. 
Ho guardato le foto del rogo ormai spento e ho provato la dolorosa sensazione di aver visto un conoscente sfigurato dalle fiamme, che urla dolore e si dispera straziato. 
Il peggio è stato sentirsi colpevole, complice di una strage.

La strage che ha incenerito il polmone scientifico di Napoli, nato 17 anni fa a Bagnoli, nell'area dove sorgeva l'Italsider, sogno visionario ed avvenieristico di Vittorio Silvestrini. Si spiegava la scienza ai ragazzi diffondendo conoscenza, cultura e sapere, si fabbricavano metodi sperimentali di conoscenza partecipata ospitando migliaia di visitatori e turisti e nel frattempo si dava lavoro e futuro ai napoletani. Un incubatore di innovazione che ha avvicintao migliaia di giovani alle fisica e alle stelle  e ridato speranza promuovendo la partecipazione sociale ed il saper fare di Napoli.
Perito indegnamente in una notte.

Il tam tam mediatico, i collegamenti, gli elicotteri, gli inviati, un'eco lontano di voci confuse ed immagini che lasciavano attoniti, mentre dallo schermo del pc gli abiti si impregnavano di fumo rancido, di devastazione e tristezza.
Il web produceva pensieri intelligenti e riflessioni scontate ed il Sindaco nel suo primo vero lunedì di passione dichiarava "Napoli è sotto attacco!".
I giorni successivi è arrivata la solidarietà, la forza, la voglia di ricostruire e la notizia ancor più straziante dell'origine dolosa. I clan, gli interessi dei palazzinari, gli stragisti venuti dal mare ad appiccare le fiamme erano voci che si rincorrevano passando di bocca in bocca ed è stato come infilare non un dito ma un'intera mano in una ferita e girarcela ancora, ancora e ancora.

Come abbiamo potuto pensare che Gomorra, Saviano e compagnia avessero cambiato le cose?
Continuiamo a morire come in una guerra permanente, e quando sopravviviamo barcolliamo mutilati della nostra umanità e della nostra civiltà (anche scientifica) in una città confusa, che mette i rifiuti sotto il tappeto ma combatte per cambiare mentalità, che si è assuefatta al cancro criminale economicamente evoluto ma dopo il disastro sfodera cuore e coraggio per cambiare e ricostruire.
I boss assumono volti sexy ed affascinanti e se è prevista una certa equità i giudici di turno ed i carabinieri sono scelti con altrettanta perizia, ma resta a mio giudizio iniquo. Troppo.

Non è giusto.
Napoli è nostra.


Ed ora è tempo di ricostruirla.




Da Twitter:
Chi ha dato fuoco ieri notte a , ha dato fuoco a ciascuna delle nostre case! (

È stato dato fuoco a a . GIÙ LE MANI DAI NAPOLETANI!

Se brucia il sapere, il futuro diventa un inferno. La nostra cultura merita più protezione.
(

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