Mi hanno rubato il tempo. Il tempo passato, e il tempo
presente, e non posso mettere la sveglia.
Mi guardo
il polso, e mi accorgo che mi hanno rubato il tempo. Già odiavo svegliarmi la
mattina poi.
Mi hanno rubato i primi giorni di Claudia, e le foto dei suoi
bagnetti allegri, il verde di una ballistica Ratzinger, e le foto del reading
di Ceres. Un’immagine degli occhi azzurri di Alfonso in papillon che scappa
dopo la performance. Mi hanno rubato i pupazzetti di Barcellona, le giornate di
sole, i musicisti di strada e le persone che scansavano divertite la mia
camera. Un pezzo di casa Batllò, residui di Brooklyn park, e l’unica foto che
avevo insieme ad un amico. Gli skaters al MACBA, scorci di New York, i Mananers
nelle loro sfumature di giallo, gli appunti su Yoroboku presi in aereo, e tanti
contatti. Foto di me su una panchina al
sole e di una gigante e disgustosa meringa che addento.
Il calore del sole, certo, lo senti sulla pelle. E una
macchina fotografica, per quanto sofisticata, filtra sempre i colori. Tutto è
negli occhi, e nel cuore. Ma è ugualmente deprimente cercare un’emozione nel
proprio archivio e scoprire che non c’è. Devoluto a mani che di te, e del tuo vissuto, non sanno che farsene.
In un attacco di tachicardia si sciolgono le immagini. Un’emozione
esplode la vita, ed è sempre meglio che far esplodere qualcos'altro. Le lasci andare, e un pezzo alla volta senti che ti scomponi.
Un sorriso per reagire a quello che non c’è. Eppure, lo dico
ogni volta, io, della gente che sorride sempre, non mi fido.
Il cuore aperto per far entrare le emozioni è una lama a
doppio taglio. E calma, e sangue freddo. E lucidità. Sempre. Sono un po’ stanca.
Ogni tanto vorrei che qualcuno abbracciasse anche me, e mi dicesse “ Piangi, che poi ti passa” invece di “l’importante
è che non ti sia successo niente”. Un momento in cui non
succeda niente, poi, non esiste.
Certo. Sono viva, intera. Le emozioni scorrono, la
vita passa, l’energia entra, esce, e, e mi abbandona, e mi abbandonano i
colori, e le immagini, e l’entusiasmo. Dall'esplosione di colori al buio.
Dopo la notte sorgerà il sole. Mi sgretolo un po’
come i vampiri ogni giorno che passa, ma lo faccio entrare, che tanto prima o
poi diventerà sempre più caldo, fino a bruciare tutti i pensieri.
Nel frattempo… un quintale di matita nera e vado avanti, e ricostruisco
quello che ho perduto, dai frammenti.
Quello che resta, sono solo i frammenti.
E il mio frammento preferito, è stato sempre questo:
Fr. 332 V.
"Ora bisogna ubriacarsi e che ciascuno beva a forza,
poiché è morto Mirsilo"
anche noto come:
“Beviamo, è morto Mirsilo!”
[ALCEO, Ἀλκαῖος, Mitilene,
Lesbo, 630 a.C. circa – 560 a.C. circa]
[STORIA DI UNA RAPINA A MANO ARMATA SOTTO CASA]
Una delle cose migliori lette sull'argomento.......Saviano compreso.
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