lunedì 28 aprile 2014

Passione.

Oggi, mi sveglio, scarico la posta, 35 nuove mail, senza spam, e buon lunedì a tutti.
E' comunque un buon lunedì, in questi giorni ho assistito ad una magia e lo scintillio è ancora nei miei occhi.

Ho visto la passione. Quella dei film, esattamente quella.

Un voluttuoso tango ai fornelli, preciso ed impeccabile, perfetto, sebbene assolutamente improvvisato.



Immaginiamo un grande artista, un ballerino talentuoso, che si trovi sul palco all'improvviso, e si abbandoni naturalmente ai virtuosismi degni delle migliori coreografie di sempre.
Il pubblico, sebbene non esperto, riconosce l'arte e annega nell'emozione della performance.
Noi eravamo il pubblico.

Cucinare è trend, molti adesso strimpellano con pentole e padelle, e come si intonava l'inno alla gioia con la diamonica ritenendo di manifestare un grand talento, così adesso sono tutti "creativi della cucina" e sedicenti chef casalinghi, ma la passione è un'altra cosa (opinione personalissima, è chiaro).

La passione ti rimane in bocca; un fluido che ti pervade velocissimamente e cambia, muta, evolve man mano che si impossessa di te.
Perdi il controllo, distingui i sapori in una melodia che colpisce prima gli occhi, poi l'olfatto poi il gusto, e tutto ad un tratto fa risuonare il piacere, insieme ad immagini, colori, suoni e sensazioni.
Un'esplosione ben congegnata, la cui deflagrazione è meravigliosa e persistente.

L'incanto parte dall'idea, dalla combinazione eclettica organizzata per sorprendere e colpire al cuore quel pubblico, e solo quello. Procede col volteggio consapevole e studiato di ogni singolo passaggio ed esplode con la perizia, che al di là delle apparenze, è tutt'altro che lieve. 
Un trucco, il trucco del talento.

Estasi dei sensi e dello spirito, che ti stordisce e ti rimane addosso tutto il giorno, il giorno dopo, quello dopo ancora, e così via, ogni volta che ripensi a quel brivido.

Cosa abbiamo mangiato?
Eh.
Chi  mi conosce sa, che alcune emozioni sono tabu, non si condividono e così anche il menu.


Puro esercizio di retorica o cosa?
Cosa, obiously.
Prepariamo grosse sorprese ed è bene allertare tutti i vostri sensi. :-P

sabato 12 aprile 2014

Installazione da Sofonìa

Har- 1Ts V 1-3

Un tripudio di occhi neri ed espressioni folli.
Sofferenza, forza, audacia, le emozioni che traspaiono dall'ultimo esperimento di Donato Arcella.

Il  video  è  una  performance  ispirata  alla  lettura  del  Libro  di  Sofonia,  libro  tratto dall'Antico Testamento  biblico.



L'audiovisivo  è  parte  del  progetto  HAR-  (monte),  che  includerà  un  portfolio fotografico costituito da fotogrammi tratti dalle  stesse  riprese,  e  video,  tra  sequenze  in  loop  e video  di montaggio.

Si tratta di una "installazione  work  in  progress", senza alcuna sceneggiatura, in cui i personaggi si muovono sulla scena con interpretazioni studiate e consapevoli, ma libere.

 
"Più  che  ispirati  dalle  letture  bibliche, che  riteniamo  senza  tempo, più  precisamente ne siamo  influenzati.  Ciò  che  ci  preme  è  un' attenta  lettura  del  testo, che  poi  diventa libera performance.  
La  regia  è del tutto in divenire.

 
La  scelta  dei  Libri  è  dettata  dalla  poeticità  e dalla  forte  veracità  delle  Scritture,  i  cui significati ci  raccontano  sempre  un' attualità  dello  stato  dell'uomo  e,  spesso,  la sua  incapacità  di camminare  da  solo ". 

Pochi secondi, che vale la pena guardare:

HAR- Donato Arcella

titolo:  Har- 1Ts V 1-3
regia:  Donato Arcella
montaggio: Emmanuele  Pinto
T.I.L.T. group - Imola
Teatro  Lolli  di  Imola ( BO )

1'37". bn. Italia. 2014

domenica 6 aprile 2014

IL 5 APRILE E GLI UOMINI DAI CAPELLI ROSA

Ieri era il 5 aprile, e indossavo un vestito a fiorellini rossi. Oggi è il 6 aprile, e sono vestita di un nero sobrio che Steve Jobs ne sarebbe invidioso.
Grande mattinata, quella di ieri, e serata del cazzo, quella di ieri sempre.
Un equilibrio precario, quello che contraddistingue la vita, le giornate, e la vita e la morte.

Ieri, il 5 aprile, nel 1994, moriva Kurt Cobain. E ieri, sempre il 5 aprile, nel 2002, moriva pure Layne Staley. A Seattle, entrambi, che da ragazzi si ipotizzava fosse la provincia di Matera degli States.


Ci immaginavamo sentieri di pietra, noi, in anfibi sulla spiaggia in pieno agosto, per i quali vedevamo aggirarsi stars un po' inconsapevoli un po' intossicate da droghe pesanti. Ce li immaginavamo tutti insieme, Kurt, Layne, Eddie, e pure Chris, anche se poi forse non era vero. Li vedevamo in una periferia grigia, animata e colorata solo dalle loro voci meravigliose. Li vedevamo viaggiare sui binari paralleli della musica, e vedevamo quei binari diretti verso di noi.
E cosi pure le nostre periferie ci sembravano un po' meno tristi. Le nostre stanze piene di musica, e fuori un'altra città, altre strade, altri confini.

Eravamo anche noi un po' disadattati, ci nascondevamo nei maglioni e dietro il trucco e io dietro ai capelli rosa che, lo confesso, erano un po' come quelli di Tionne Tenese Watkins delle TLC, ma principalmente come quelli di Kurt Cobain. Sempre sbiaditi, tra l'altro, e di un multicolore al quale ero affezionata.

 Filtrare la luce del sole attraverso un fucsia intenso mi ha sempre provocato una gioia semplice, infantile, e immediata.

Sono passati 15 anni da quando mi si notava da lontano per la strada, e oggi che sono triste mi vesto ancora di nero, mi trucco di più e cingo polsi di bracciali di borchie.
Metto in sottofondo, oggi, Layne, e mi dimentico dove sono.

Era 20 anni fa quando ci fermammo tutti e ci dicemmo: " ma come?? Kurt Cobain?? Ma no!!"

Kurt Cobain


Me lo ricordo come fosse ieri, senza contare che poi se n'è parlato per anni. 
Ogni anniversario è stato triste, perché gli occhi di kurt hanno fatto innamorare tutte le donne più fragili e sensibili del pianeta.

Uno shock per me è stato scoprire che anche Layne se n'era andato il 5 aprile, perché di quello che è successo otto anni dopo, invece, non mi ricordo assolutamente niente.
Lacune nella memoria, che so non recupererò.

Quello che recupero, ogni volta che ne ho bisogno, è una "Would" che mi riempie l'anima.
Sitting on an angry chair,  bevo pennyroyal tea, e mi disseto di qualcosa che non c'è più, e mi illudo che tutto possa essere migliore, e che altri uomini dai capelli rosa possano apparire sul mio cammino, anche se li ho guardati sempre solo da lontano.

Io, in ogni caso, sono sempre pronta.

IF I WOULD, COULD YOU?