lunedì 17 giugno 2013

Estasi da rubinetterie_GESSI!

Milano, gennaio e la settimana del design,
un bombardamento di luci, forme e colori, stimoli ed input da ogni dove per ogni tipo di professionalità. Non solo architetti e designer, ma creativi di ogni sorta che attingevano ad un melting pot inesauribile di artefatti, creati ad hoc per impressionare tutti i visitatori, sempre intrinsecamente clienti.

Passeggiando per Via Manzoni, stordite e avide di informazioni siamo state attirate da uno showroom in penombra, varcata la soglia lunghe scale di legno ed hostess impeccabili ci invitavano ad entrare. Sembrava un club privè adatto alla business class giapponese, così,  perplesse e lusingate ci siamo avventurate.

Era il paradiso di Gessi.


Nero e penombra, scrosciare d'acqua e luci morbide, soffuse e gradevoli ci hanno dato una straordinaria accoglienza. Passerelle in legno chiaro e pregiato che segnavano il percorso su un pavimento fatto di piscine in movimento. La sensazione era quella di muoversi in un paesaggio incontaminato,  nel cuore di una foresta equatoriale, nella frescura di una vegetazione umida. Intorno a noi un pubblico internazionale che beveva dagli occhi.



















Fuori dall'estasi onirica abbiamo appreso che Gessi produce rubinetterie, declinate nella maniera più sofisticata che abbia mai visto in Private Wellness, Bathroom Collection e Technology for the Kitchen ed arricchisce l'offerta con collezioni di lavabi e ceramica sanitaria, tessili e piccoli accessori personali per il bagno.


















Un'offerta di alto profilo nell'ottica di un design meravigliosamente minimal, essenziale e lussureggiante allo stesso tempo, organizzato in maniera da toccare le corde profonde di molti e sviluppare la bramosia ed il desiderio di un soffione doccia con getti da 3mm o bocche a cascata.























Un edificio intero di design, dedicato al design, al cui interno ci si perde, incuriositi da ogni dettaglio. Affascinati dagli spazi oltre che dagli oggetti, ci si inoltra in aree ben incastrate e progettate,


















tra tagli di luce e percorsi d'acqua.


















Design liquido che reinventa il rituale della doccia e trasforma oggetti funzionali in oggetti dall'estetica sensazionale, coniugato con uno straordinario senso estetico e del marketing. ;-)
























Nel caleidoscopio di una densissima settimana, negli occhi e nella mente ancora cascate e vasche in cristalplant.




Gessi SpA
Milano Via Manzoni 16A
20121 Milano (Milano) - Italy

venerdì 7 giugno 2013

LA GRANDE BELLEZZA_ ROMA RULEZ



La bellezza di Roma è sfacciata. È spudorata, è ovunque. È così violenta da provocare un senso di nausea. Nello sforzo di assorbirla, alla fine, ti gira la testa. Una grandezza che supera i limiti del tempo, sciorinata con baldanza nei pavimenti a scacchi delle ville più belle, nei tramonti e nelle albe che sfiorano le statue, nelle fontane, e nei giardini.

Roma è protagonista indiscussa. Regna sovrana come sfondo imponente e inevitabile. È il fulcro, e vince sugli scorci di vita dei protagonisti, tutti accomunati dalla ricerca di una gloria che non potrà mai essere al pari di quella di Roma.

Ricchi, borghesi, forniti di ogni droga, colti, letterati e soli personaggi, si fanno compagnia in un momento in cui il confine tra la bellezza e la volgarità è così sottile da confondere anche gli osservatori più esperti.
Nobili a noleggio, e castelli in disuso.

Un eroe decadente, uno Sperelli dei giorni nostri, il protagonista è un uomo che osserva. Nel suo cinismo lucido la ricerca dell’essenza. Spolvera da tutte le ragnatele i discorsi artefatti dei salotti borghesi. Sorride degli altri ma soprattutto di sé, e vive la sua vita senza fermarsi. I funerali come spettacoli teatrali sono il suo modo per esorcizzare la morte, nella consapevolezza profonda che, a prescindere dal fascino degli abiti neri, alla morte non ci sia rimedio. Accoglie nella sua vita il bello, ma anche il brutto, il ridicolo e l’effimero. A cena alla sua tavola, indistintamente, santi, cardinali e puttane.

Riconosce la bellezza nello sguardo di una spogliarellista, nel fascino compito e segreto degli abiti monacali; sa distinguere l’arte dal puro esibizionismo; sa rimanere affascinato dall’eleganza di una donna che incontra per strada, pur essendo circondato da donne bellissime e nude quasi ogni notte.

E il suo sguardo, quando viene colpito e toccato, si illumina.

Si nutre di notti inutili e assapora albe evanescenti e bellissime. La città è sua, insieme a quel senso di angoscia che contraddistingue tutte le albe; insieme al senso di vuoto che ti assale un attimo dopo i momenti più belli; quando un raggio di luce colpisce gli oggetti nel modo giusto; quando sai che la gioia finirà.

Tante immagini, tante scene caravaggesche.
Saloni, giardini, candelabri e cortili ma, primo su tutti, il suo terrazzo con amaca, vista Colosseo.



Colonna sonora spettacolare.

C’è chi nella ricerca costante delle bellezza si perde (è un rischio) e chi la bellezza, invece, non riesce nemmeno a sfiorarla, pur avendola di fronte costantemente e in maniera prepotente.

Cartoline, informazioni, corpi, ed emozioni. Vecchi, giovani e bambini, tutti infelici.

Del protagonista si racconta solo un pezzo di vita. Solo il presente, perché è nel presente che vive. Non c’è inizio, e non c’è fine. Quello che emerge è solo il suo modo di vedere le cose, è il suo sguardo che si illumina d’improvviso quando, inaspettatamente, scorge la bellezza.

Quando fissa il soffitto chiaro della sua stanza, lui, ci vede il mare. La bellezza, infine, è negli occhi di guarda.